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Il primo sogno erotico

Il primo sogno erotico

Avevo un sogno erotico che trascinavo fin dalla mia infanzia, quando mio padre guardava i suoi film per adulti ed io facevo finta di dormire sotto le coperte. Non ho mai capito perchè mio padre ci tenesse tanto a guardare quei film con mè al suo fianco, dal momento che non mi ha mai accarezzata, sfiorata, desiderata, come invece io avevo desiderato lui giovane e bello. Ricordo solo un gioco, se così lo posso definire, ovvero, quando ero sveglia la sera, prima di addormentarmi, mi tirava giù dolcemente le mutandine e mi dava delle piccole pacche sul mio culetto bianco e morbido, io desideravo qualcos’altro che non conoscevo ancora, ma lui si limitava a quello. Verso i dodici anni sono così iniziati i miei sogni strani, ancora non conoscevo parole come orgasmo e non ne comprendevo il significato, ma durante questi sogni sentivo un calore pervadermi il corpo ed ero felice e volevo che tutti guardassero come muovevo il mio sederino.

Amavo a tal punto questi sogni che al sabato sera, prima di addormentarmi, io stessa nel mio lettino mi tiravo giù le mutandine e mi strusciavo sulle lenzuola. Non sapevo bene cosa stavo facendo ma quella cosa mi rendeva felice e mi dava piacere. Crescendo indubbiamente sono diventata più curiosa e questa curiosità diventava sempre più una specie di accanimento morboso verso certe immagini che si focalizzavano nella mia mente e diventavano per mè un richiamo forte. Sentivo il bisogno di fare sesso con tanti uomini, ma questi uomini dovevano essere più grandi di mè e poi non mi dovevano piacere, anzi, dovevano essere vecchi, laidi, morbosi ma quello che dovevano fare era desiderarmi e mai una sola volta sfiorarmi altrimenti il gioco finiva. Posso fare l’amore con tutti gli uomini che voglio, posso fare sesso con chiunque, a mè basta chiudere gli occhi per provare piacere. Poi, per fare in modo che l’orgasmo risulti essere veramente intenso, mi immagino nuda, sopra ad un ragazzo giovane che deve celebrare l’addio al celibato, io completamente nuda, lui vestito ed io che lo cavalco. Ma un orgasmo non puo’ bastarmi, insomma, il gioco non puo’ finire qui e non così, tutti quegli occhi non possono sparire, non puo’ d’improvviso arrivare il freddo intorno a mè, il buio, io non lo sopporto. Ecco allora che d’improvviso si accende una luce ed è quella di una telecamera e divento la protagonista di un film hard. Il regista mi vuole prima vestita con una gonna ed una camicia bianca. Sotto la gonna solo le calze autoreggenti, non servono le mutandine,ed il reggiseno quello che non copre i capezzoli perchè si devono intravedere, belli, sodi, gonfi, che stanno per esplodere, pungenti come aghi. Il regista dice che ci sono tanti bambini cattivi che vogliono prendere il latte ed io inizio a bagnarmi. Così mi siedo su un divano in velluto blu ed apro le gambe, le gambe sul divano, divaricate in modo che la telecamera possa inquadrare l’interno della mia fica bagnata .E così nella stanza entrano ancora tutti quegli uomini vecchi e laidi che iniziano a toccarmi ed io inizio a muovermi sempre più veloce ancora, ancora… Purtroppo anche in questo caso l’orgasmo finisce in fretta, è tutto sempre troppo intenso e veloce, sto cercando il modo di durare più tempo, ma non ci riesco, quando lo zio parla io mi bagno e non resisto. Ho voglia che lo zio mi veda nuda, e che chiami tutti i suoi amici per accarezzarmi, ho voglia che lo zio mi faccia il bagnetto e poi mi pettini i capelli e che mi veda scopare davanti a lui come una troia con un uomo con il viso coperto… ho voglia, sempre voglia… ma no di svegliarmi!

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